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La mia seconda vita

Accettare la propria disabilità è il primo passo fondamentale per ricominciare a vivere

Quando credi di essere in cima alla vetta, per un banale incidente ti trovi alla base, e come un neonato devi re-imparare a vivere per risalire nuovamente in vetta. Fino al 24 maggio 2008 la mia vita era molto frenetica: sveglia al mattino presto, preparavo i bambini di 3 e 7 anni e poi via, il lavoro di geometra-topografo in Trentino ed in Veneto assorbiva la mia giornata. Il poco tempo libero lo dedicavo alla famiglia ed alla mia grande passione: la corsa in montagna. Nel 1990 ero stato convocato dalla Nazionale Italiana per partecipare alla Coppa del Mondo di Corsa in Montagna tenutasi a Telfes in Austria. Il 18 maggio 2008 correvo la mia ultima corsa sui sentieri della Marzola in una gara di corsa in montagna riservata ai soci SAT. Ma il destino era in agguato e… il 24 maggio 2008, il giorno che cambiò la mia vita, mi svegliai all’alba, andai ad eseguire un rilievo topografico in Val di Non; alle 11:00 tornai a casa, preparai la bicicletta, mangiai un bel piatto di spaghetti e poi in compagnia di mio cognato ed un amico partii alla volta del passo Manghen per vedere il passaggio del Giro d’Italia. Giunti in località Calamento decidemmo di fermarci, il posto era ideale per vedere un bel tratto di strada; passati gli atleti e la macchina del fine corsa, erano da poco trascorse le 16:00 quando decidemmo di rientrare a casa.
Purtroppo, a metà della discesa in una curva, mi trovai di fronte una macchina… evitarla era impossibile!
Mi trovai a terra, appoggiato alla parte anteriore dell’autovettura. Vedevo il mio sangue che usciva dalla testa e scendeva lungo la strada, sentivo un forte dolore al torace, mi toccai le gambe… – ops! Nel mio corpo passò un fulmine, non le sentivo più! In quel momento pensai: “Cari amici, ora inizia una nuova vita”. Arrivarono i primi soccorsi, li misi a conoscenza del mio stato, mi immobilizzarono e in ambulanza fui trasportato a valle per salire sull’elisoccorso con destinazione Bolzano: Ospedale di San Maurizio. Erano anni che sognavo un bel giro in elicottero, ma non così, non con quelle emozioni così contrastanti e quei dubbi. Alle 17:30 stavano già facendo i primi accertamenti, l’esito non si discostava dalle mie sensazioni, pneumo-torace bilaterale, frattura di due vertebre con fuoriuscita di midollo spinale… paraplegia! Alle 5:00 del mattino uscii dalla sala operatoria, bello ricucito, con qualche tubo e 10 sacche di sangue nuovo, mi trasferirono in rianimazione al letto numero 15. Il 22 dicembre 2007, al letto numero 13, in quella stessa rianimazione, salutavamo per sempre la mia mamma colpita da un improvviso aneurisma... strano il destino, ora mi trovavo vicino a “lei” e nello stesso tempo molto distante.
Al mio risveglio facevo fatica a parlare, allora mia moglie mi diede un foglietto e le scrissi: “voglio una Wilier”, una bicicletta nuova. Successivamente mi trasferirono in neurochirurgia, lentamente mi riprendevo, ma il 13 giugno, dovettero operarmi nuovamente alla colonna al fine di stabilizzarla e rimuovere alcuni frammenti all’interno del canale spinale. In quel periodo di degenza, il mio fisico si era molto debilitato, fui colpito da un fungo e da un batterio… dovetti sottopormi a flebo e flebo di antibiotici per debellarli. Finalmente, fui trasferito nel reparto di
riabilitazione. Il 14 luglio 2008, fui dimesso e trasferito a Villa Rosa per la riabilitazione. Mi sentivo come un bambino: riuscivo a fare poco e niente… dovevo imparare a lavarmi, vestirmi, entrare ed uscire dal letto e successivamente dall’automobile.
Ma la pazienza e la professionalità di: medici, fisioterapisti, terapisti occupazionali ed operatori di reparto mi aiutarono a superare tutto questo, al punto che ancora ricoverato a Villa Rosa feci la mia prima uscita con l’Handbike  in compagnia di mio cognato. Era l’inizio della mia “nuova vita”! Successivamente ne acquistai una e così oggi posso allenarmi ed uscire autonomamente.
Fui dimesso definitivamente il 07 novembre 2008 ed al mio rientro mi resi conto che dovevo riadattare la nostra casa appena terminata. Mi serviva una piattaforma elevatrice per accedere all’ufficio ed al garage, dovevo modificare il bagno e renderlo accessibile al mio nuovo stato e poi dovevo riprendere il mio lavoro di geometra. Con l’aiuto di un collaboratore, proseguì la mia attività e successivamente fui assunto part-time dallaTrentino Network; la stessa azienda che nel 2010, quando smisi l’attività di libero professionista, mi diede l’opportunità di eseguire tramite il telelavoro tutte la mie mansioni rimanendo a casa in completa autosufficienza. Acquistai un’automobile adattata alla mie esigenze e conseguii la patente speciale, per potermi muovere… un altro passo verso l’autonomia! Ma vi erano ancora molti “step” da affrontare per poter vivere più serenamente con la mia famiglia. Desideravo tanto fare una vacanza e ci abbiamo provato soggiornando in hotel, ma vi erano sempre disagi e/o situazioni difficili che vincolavano i miei movimenti (bagni, camere, ascensori non completamente accessibili), quindi decidemmo di acquistare un camper ed adattarlo alle mie necessità. Finalmente potevo guidarlo, muovermi all’interno agevolmente, andare in luoghi senza preventivamente verificare l’accessibilità alla carrozzina e vivermi la mia famiglia totalmente. Ma la vita va avanti ed io non mi sono arreso e non intendo farlo oggi che ogni giorno scopro cose nuove da fare, vivere e condividere. Infatti, anche le “escursioni” in montagna non mancano, insieme ai soci della SAT di Civezzano, che hanno acquistato una Joëlette, sono arrivato sulla cima del Costalta, del Calisio, in Val d’Ambiez a Malga Fornasa Alta. Non voglio dilungarmi ulteriormente avremo tempo per conoscerci, ma prima desidero fare un particolare ringraziamento:
“GRAZIE, a mia moglie Monica, ai miei figli Gabriele e Tommaso, ai miei familiari per l’amore che mi hanno donato e per essermi sempre restati accanto; GRAZIE, a tutti coloro che mi hanno aiutato e sostenuto in questi anni ed ancora oggi sono presenti nella mia vita”. Chiunque di voi abbia un’esperienza da raccontare… non esiti a farsi avanti, solo così possiamo essere d’aiuto ad altre persone, solamente con la nostra vita vissuta!

a cura di Andrea Facchinelli

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